Con loro ci ho lavorato sei anni (dal 1990 al 1996), dire che è stata un'esperienza piacevole mentireri. Dire che non mi è servito a niente, dire una bugia: ho imparato che, a volte, sono gli amici i primi a trattarti da pirla. E, se me lo concedete, non è una conquista da poco. Però, almeno due ricordi me li voglio regalare. L'esordio dello spettacolo che segnò la loro svolta (I corti), la cui prima milanese coincise con la nascita di Maite Federica Turati; e la festa dei 10 anni di Zelig al Ciak, quando Giovanni portò sul palco la medesima davanti a oltre 800 persone. Spero che un giorno, quel gioiellino che adoro, riesca a riempire lo stadio di San Siro. E, se anche no, che almeno riesca dove suo padre ha un po' fallito
A ognuno piace pensare di avere delle idee interessanti. Io ho provato a elencare alcune delle idiozione che mi sono venute in mente nella vita.


  1. Lo stronzo guida
  2. La troia immaginaria
  3. Il bell'anatroccolo
  4. Il brutto cigno
  5. Il bonobo ispiratore




Il signor Piccinelli Rubes (quello a sx, l'altro è Nico Colonna) viene da Brescia e dice cose che ricordano Maurizio Milani, il che non è mai un demerito. Con lui c'è un piccolo gioco sempre in ballo: facciamo finta di essere padre e figlio. Non che ci si assomigli troppo, ma le capacità fisiognomiche della gente sono davvero ridicole. Insomma, un giorno il signor Taurino mi dice che ha in mente una cosa che si intitola Teatro senza Conflitto e che vorrebbe farla con il signor Piccinelli. Due icone della tristezza comica possono far ridere? La risposta onesta? Io non ci avrei mai creduto che un giorno avrebbero avuto uno spettacolo di quasi due ore e che per almeno la metà la gente riuscisse a ridere anche. Adesso, Rubes è di là in sala che guarda un torneo di tennis per sessantenni. Se non farà carriera nella vita, almeno è riuscito a scroccare due settimane nel mio personalissimo ostello per cabarettisti poco famosi. E, in cambio, mi fa i lavori di falegnameria in giro per la casa..


Antonello 'Nello' Taurino lo vidi la prima volta nel 2003 che saliva sul palco di Zelig con in testa un cappello rosso più simile a un preservativo che a un passamontagna. A piedi nudi e con una lentezza esasperante faceva il personaggio del Clerico Vagante, un gaffeur professionista. L'anno dopo venne No Limits e venne, oltre il comico, la persona. So che dire timido non significa molto, so che attore significa tutto e niente, so che animo candido può sembrare un insulto di ingenuità. Eppure Nello è tutto questo insieme: insicuro e brillante, geniale e naif, infantile e maturo. Un vero ossimoro vivente che spero un giorno di veder recitare su palchi più importanti di quello di Viale Monza. Per adesso mi accontenterei di vederlo trombare un po' di più :)

Diciamocela tutta se Giacomino non fosse nato a Villa Cortese (sì, la bella dalle rosse torri), se non avesse deciso di mettere in piedi una coppia comica con Marina Massironi (sì, lo strepitoso duo Hansel e Strudel, nome di cui si contendono la paternità Giovanni Storti e Carlo Turati), se non si fossero lasciati liberando lo spazio per un autore da stand up (sì, il buon Turati) e, soprattutto, se non fossero nate le "Galline Vecchie Fan Buon Brothers" lassù dalle parti del Caffè Teatro di Verghera di Samarate, con ogni probabilità tutto questo non sarebbe mai successo. Certo, quando ripenso al dolore e alla frustrazione con cui il nostro sodalizio e la nostra amicizia si sciolsero nella baraonda dell'allora Stella Alpina (sì, esattamente quella di Via Bocconi) mi viene un po' di nostalgia per quando si era giovani. Eppure, tutto ha un senso: loro avevano ragione a pensare che io non fossi più capace di lavorare con loro; io avevo ragione a pensare che avrei potuto diventare un vero autore. Sono le regole di questo gioco (e anche un pochino le regole della vita, delle amicizie e degli amori): si inizia, si vive, ci si lascia. L'importante è ricordarsi sempre che tutti da qualche parte abbiamo cominciato :)

ps: una piccola nota non polemica. A tutti quelli che non lo sanno, oppure più semplicemente fanno finta di non ricordare: Tafazzi l'ho inventato io :D. Lo dico per il mio orgoglio e perchè sono contento che le mie ragazze un giorno possano dire: c'è una parola sul vocabolario che l'ha inventata il mio papà.