La macchina del fango ha un buco nella gomma




Sono banale lo so, ma stamattina ho aperto i giornali in rete e li ho ritrovati cristallizzati dove li avevo lasciati ieri sera: una valanga di insulti gratuiti, vestiti da dogma e ideologia. Mi viene da pensare che, come dice il saggio, ogni scemo ha il suo villaggio ma l’Italia, a tutta evidenza, dev’essere assolutamente ‘scemipeta’, perché una tal concentrazione di idioti in uno spazio così piccolo è rara da incontrare in natura. Fino a febbraio pensavo che questo desiderio tafazziano di sbottigliarsi le palle fosse di rigorosa proprietà della sinistra. Siamo a fine maggio e la bussola masochista si è spostata: una nouvelle vague di minus habens della politica ha saputo rendere geni quegli autentici idiot savant che guidano il PD. Non me la prendo con loro: Grillo accusa Rodotà di essere un miracolato dalla rete, loro di miracolati dalla rete ne hanno 163 in Parlamento. Ormai il marito della Lombardi nega di essere sposato e la signora Crimi dice che il marito è morto durante la campagna di Russia. Ogni volta che parlano danno l’idea che sia entrato in politica Paperoga. Dei 10 Quirinari, due se li sono fatti sfilare dal PD, due li hanno accusati di essersi venduti, uno non si può toccare perché è fresco vedovo; e Zagrebelsky, Crimi deve ancora capire come si scrive. Per fargliela capire, ci vorrebbe Menenio Agrippa: “Vedete, questa Italia malconcia è come un corpo umano. Chi ci mette la testa, chi ci mette le braccia, chi lo stomaco, chi l’intestino e, visto che serve, qualcuno ci mette lo sfintere. In conclusione, non importa cosa si è, basta fare quello che si è scelto di essere. Se scegliete di stare dentro, bene; se scegliete di stare fuori e rimanete a galla mentre il resto del corpo va a fondo, non è perché siete i migliori e perché galleggiare è una delle poche qualità degli....”. Però pacatamente e con un sorriso amaro, perché il console Menenio Agrippa amava sì raccontare la verità, ma non amava dire parolacce. 

Tarasso per Kotiomkin

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