Chiamami Silvio, sarò il tuo papilloma

A volte mi chiedo se ci stiamo facendo la domanda giusta: che non é 'come può l'Italia liberarsi di Berlusconi?, ma 'L'italia può vivere senza Berlusconi?' Agli inizi di tutto, Montanelli paragonava Berlusconi a una malattia esantematica, tipo orecchioni o morbillo: lasciandolo governicchiare per qualche tempo, ci saremmo riempiti di croste per un po', ma alla fine ne saremmo usciti immuni per sempre. Dopo vent' anni di pustole, a me pare, invece, che Berlusconi assomigli più a una candida che a una varicella: anche se fa un po' schifo, tutto sommato non uccide e -soprattutto- la vedono solo pochi intimi. La curi con poco, sparisce in un niente ma, quando pensi di averla eliminata per sempre, ti distrai un istante ed é di nuovo lì, puteolenta e tenace come sempre. Oppure a unaun'uveite, insidiosa, improvvisa e birichina: ti sembra di averla, ti visita un altro oculista e, puff, non c'é più. Buone e bonario infezioni, tutto sommato, ma forse, se solo Montanelli ci avesse pensato, avrebbe paragonato Berlusconi a un papilloma virus: é invisibile, al portatore non fa danni, ma aumenta la probabilità di tumore per il prossimo. Per attaccarlo, basta un po' di sesso e quello Berlusconi non se lo é certo fatto mancare: candida alle cortigiane, uveite ai giudici, papilloma all' Italia. In altra epoca, il milanese Berlusconi si sarebbe meritato la Colonna Infame. Ma noi siamo moderni, democratici, di sinistra e un po' coglioni. Perciò, in questo quadro clinico, in un Pd che deve scegliere tra governabilità e ineleggibilità, la mossa più probabile é che Letta sì prenda una settimana di malattia. E l'Italia sì terrà Berlusconi.

Tarasso per Kotiomkin

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