Ineleggibile? Sì ma da quando si è candidato

Vogliamo parlare di ineleggibilità? Parliamone ma non prendiamoci in giro perché, anche se può sembrare assurdo, in materia ha ragione Berlusconi. Lui, Silvio, è un diavolo della politica. Ride perché sa che dovevamo svegliarci 20 anni fa. E se ne frega, perché sono 10 milioni di italiani che devono fare uno sforzo di civiltà e democrazia, mica lui. Siamo una democrazia imperfetta dove basta essere collusi con la mafia ma solo fino a un certo punto della storia, per non vedersi negare il diritto a diventare senatori a vita, figurati se qualcuno si è mai preoccupato di capire chi è e chi non è eleggibile. Parliamone, quindi, ma non prendiamoci in giro perché vorrei fosse chiaro a tutti che l’Onorevole Silvio Berlusconi sarà ineleggibile, se mai sarà dichiarato ineleggibile, ai sensi della legge 361/1957. Non perché pregiudicato, non perché amnistiato, non perché prescritto, non perché assolto per corruzione quando abbiamo un condannato per corruzione che da lui prese soldi, non perché salvato in corner da inguardabili prestanome, non perché ha fatto le corna al ministro dell’economia spagnolo –una volta- e a sua moglie –sa dio quante volte, non perché ci ha sputtanato nel mondo, non perché è andato a letto con una minorenne, non perché ha accostato il suo nome a Enzo Tortora, non perché probabilmente colluso con la mafia, non perché ha concusso un funzionario pubblico, non perché ha sdoganato i fascisti, non perché non ha pagato le tasse, non perché ha comprato giudici, non perché ha corrotto sentenze, non perché ha assunto mafiosi, non perché non ha mantenuto una sola promessa fatta, non perché ha fatto dello stato il suo cesso, non perché ha rubato Mondadori ai legittimi eredi, non perché ha cambiato leggi a suo esclusivo vantaggio, non perché ha falsificato bilanci, non per le decine di intercettazioni, non per le prostitute, non per le meschinità, i raggiri, le truffe, le ignominie, le minacce, le collusioni, Putin e l’esaltazione di Mussolini. Niente di tutto ciò. Dopo 19 anni di schifezze e ruberie, imbarbarimento e grevità, l’On. Silvio Berlusconi sarà ineleggibile, se sarà dichiarato ineleggibile, per l’art. 10 comma 1 della legge 361/1957, laddove si legge che non sono eleggibili coloro che ”risultino vincolati con lo Stato per (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica (...)”. Sarà ineleggibile, insomma, per uno di quei codicilli minimi che lo hanno tenuto a galla per un’intera carriera di uomo, di imprenditore e di piccolo demone della politica. Ma ha comunque ragione Berlusconi a ridere: mica sono scemi quelli che lo vogliono fuori dal gioco, sono semplicemente in ritardo. Era 20 anni fa che chi oggi gli chiede voti e governabilità avrebbe dovuto spiegare a 10 milioni di complici, analfabeti e sciaguratamente aventi diritto al voto, perché quell’uomo dai mille peccati non avrebbe mai dovuto, per nessuna ragione e nemmeno in una democrazia così imperfetta, imbrattare il titolo di onorevole. D’altra parte, se bastano 20 anni per dimenticare una strage, vuoi che dopo 20 anni non si possa perdonare anche il diavolo?



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