Questa casa non ha condomini

Le elezioni, a volte, sono come un’assemblea condominiale: alla prima convocazione ci vanno solo i cretini, alla seconda solo gli uomini di buona volontà; e in generale, è sempre complicatissimo cacciare l’amministratore. Chiusa dunque la prima convocazione ci si chiede: chi ha vinto oggi? Chi ha perso? Ma, soprattutto, chi si è mangiato il gol partita? Io un’idea ce l’ho, ma non da oggi: da febbraio a questa parte. Voleva il 50% dei voti e ci è riuscito: ne ha presi esattamente la metà di quelli di febbraio. Colpa degli inciuci? Secondo me, no: piuttosto è colpa dei proclami, delle liste nere, delle non risposte, degli scontrini della Lombardi e della rendicontazione eletta a unica bandiera visibile di una buona idea. Com’è possibile, se no, che l’unico movimento che ha fatto dell’attivismo la sua bandiera, sia stato così bastonato dall’astensionismo? E com’è possibile, se no, annacquare una marea montante di voglia di nuovo, quando dall’altra parte la vecchia politica è sempre più vecchia e logorata da attendismo, condanne, pompini e rancori? Cittadini, attenti a giudicare il popolo. Sceglie comunque, anche scegliendo di non dirlo: non è ateismo, è attesa agnostica, anarchica pigrizia elevata a pensiero politico. In Svizzera già nei ‘70 avevano referendum con l’80% di astenuti. Estenuante democrazia diretta e domande tipo: “Siete favorevoli o contrari all’adozione del vitello tonnato come piatto nazionale?” resero necessario introdurre 3 opzioni di voto: sì, no e vaffanculo. L’Italia è arrivata a risultati molto simili a modo suo: i referendum da noi continuano a contenere solo il sì o il no; mentre l’opzione ‘vaffanculo’ se l’è riservata il Parlamento, cancellando l’opinione del popolo ogni volta che lo ha ritenuto opportuno. E pian piano la gente ha smesso di andare a votare. C’è un paese in provincia di Reggio Calabria dove le elezioni sono state annullate, perché ha votato solo l’11%. A Roma c’erano più liste che votanti. A Siena, il movimento ha perso di botto il 18%: di peggio era riuscito solo al Monte dei Paschi. E così, a furia di rendiconti e scontrini, vaffanculo e liste nere, nel palazzo dove viviamo ci siamo persi l’occasione di cambiare amministratore. Va be’, dirà qualcuno, resta comunque la seconda convocazione. Vero, peccato che i nuovi condomini non potranno votare il loro candidato.

Tarasso per Kotiomkin

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