Nevica a maggio, figurati che governo abbiamo

Dice il popolo: piove, governo ladro. Dico io: giuro che non sono in grado di giudicare questo governo, ma so per certo che qui continua a piovere. Il Garda non esondava dai tempi di Tambroni; sullo Stelvio nevica come durante il monocolore Andreotti; lungo la Genova-Ventimiglia fa giù una grandine che -durante la seconda guerra mondiale- i tedeschi ci bombardavano Londra. Springsteen a Napoli hasuonato mentre alcuni bambini giocavano a palle di neve sotto il palco. Sulla Cisa tira un vento così forte che la polizia stradale consiglia il transito solo a mezzi zavorrati; mentre chi affronta la Aosta-Monte Bianco deve farlo con catene da neve e San Bernardo a bordo. Fa freddo e, più in dettaglio, secondo i metereologi, un clima così non si vedeva dal 1994, a dimostrazione che il tempo sa riconoscere al volo i governi farlocchi. Per dire, ieri a Milano facevano 7 gradi, nonostante Pisapia sostenesse che siamo a maggio, momento ideale per utilizzare i 140mila chilometri di nuove piste ciclabili realizzati –come promesso- dalla sua giunta. 600 km. più a sud, dopo che i romani hanno scoperto che il centrodestra potrebbe non perdere, il cielo sopra la capitale ha iniziato a vomitare una valanga d’acqua che ha riempito tutti i crateri lasciati sulle strade dall’amministrazione Alemanno. Forse anche per questo, ieri a Roma è stata una giornata surreale: i comizi dei candidati hanno riempito i ristoranti e i cinema. Davanti al Colosseo, Berlusconi ha parlato ad Alemanno. In piazza San Giovanni è passato Epifani a portare una parola di conforto al popolo del PD e un po’ di sfiga a Marino. Il candidato Marchini ha scelto di chiudere la sua campagna elettorale con un concerto di Venditti, quasi a sottolineare che non c’è limite al peggio. Rimaneva Grillo in piazza del Popolo: piena a metà, perché molta gente aveva già visto lo spettacolo di Piazza San Giovanni e c’erano pochi vaffanculo nuovi. Ah, e naturalmente Casa Pound, l’unico vero esempio di coerenza nel tempo: anche a questo giro, nessun negro al loro comizio.

Tarasso per Kotiomkin

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